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Signora elegante

Che belle scarpe signora che ha,
ultima moda, assai costose,
sicuramente comode...
ma il povero piede che stava zitto
all'improvviso iniziò ad urlare...
ai... ai... ai...
il mio piccolo callo sul mignolo destro
quanto fa male...
lui sicuramente preferirebbe
una ciabatta a quel dolore infame!

 

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5 commenti:

  • Auro Lezzi il 27/01/2010 08:09
    LE SCARPE A PUNTA
    Cosa significhi essere alla moda devo confessare che non l'ho mai capito. Dai tempi dell'homo herectus abbiamo due arti superiori, una testa con relativo collo, un tronco, due arti inferiori. In fondo agli arti inferiori ci sono due piedi. Uno per arto. Per quanto le variabili dei vestiti possano essere molte, infinite non dovrebbero essere. Soprattutto per le scarpe, data la morfologia dei piedi, tante variazioni non sembrano possibili. Questo è vero almeno finchè non si inventano variazioni inutili o grottesche. Da qualche anno ne impera una, nel mondo femminile: le scarpe a punta.
    Si tratta di curiosi accessori da piede che ostacolano il cammino costituite da una parte che alloggia il piede e da una parte anteriore vuota, affilata e culminante in una aguzza estremità. Il tutto per una lunghezza pari al triplo del necessario. Sono opzionali cinghie da gladiatore, placche metalliche, speroni e chi più ne ha più ne metta.
    L'accessorio, una volta indossato, cede clamorosamente nella struttura iniziale a causa delle forme pedidie che vi sono inserite. Si configurano quindi vari tipi di "conglomerato scarpa-piede" che ho classificato in tre tipi di base.
    Primo tipo. Il piede è a zoccolo e la proprietaria dovrebbe farsi servire da un maniscalco piuttosto che da un ciabattino. Il pollicione, rigorosamente valgo con patata, è ripiegato sulle dita ed il tutto arriva poco oltre il tacco della scarpa. La deformazione della tomaia è "a botte" e la parte vuota anteriore si rialza tipo babbuccia persiana. La proprietaria crede di ottenere slancio e miglioramento estetico e risulta invece simile ad una disperata immigrata albanese che si è messa le prime scarpe che ha trovato in una discarica, appena sbarcata dal gommone. L'andatura è da malata grave neurologica.
    Secondo tipo. La proprietaria è alta come un barattolo e il suo numero massimo è il 32. Pertanto la scarpa è dotata di 15 cm di tacco e di 25 cm di punta. In tale configurazione, la poveretta cammina sulle punte delle dita mentre la parte anteriore della "scarpa" tocca il terreno senza sollevarsi ma senza esercitare attrito. La superficie di contatto utile è ridotta a due cmq. Ne deriva instabilità costante con frequenti cadute e corse al pronto soccorso dove il sottoscritto deve rompersi le palle per farle continue radiografie total body. L'andatura è da trampoliere con le emorroidi.
    Terzo tipo. La proprietaria è obesa e magari non molto giovane. Non rinuncia a "slanciare la sua figura" e soprattutto ad essere alla moda, cosa che però può fare (almeno crede) solo con le scarpe. Indossa quindi ampie tuniche a righe dalle quali sporgono inferiormente due aggeggi tipo sci da fondo a tacco basso. La "sciatrice" non può infatti sollevare la gamba e striscia penosamente con le scarpette a punta. Il piede è gonfio e lo sci si può indossare solo al mattino, dopo di che diviene una morsa terribile fino alla sera, quando viene tolto dalla trappolona di moda. L'andatura è da giocattolo di latta anni ' 60 con le rotelline sotto i piedi.
    Antonio Bellezza(Medico-radiologo)
  • Anonimo il 26/01/2010 22:20
    di solito preferisco scarpe comode, ma in certe occasioni è d'obbligo il tacco alto e il decolletà.. magari i miei piedi non sono d'accordo e soffrono in silenzio.
    piaciuta
  • Anonimo il 26/01/2010 21:52
    grande annarita
    bella poesia questa
  • loretta margherita citarei il 26/01/2010 21:21
    ma chi bella vuol apparire un poco deve soffrire piaciuta
  • Anonimo il 26/01/2010 21:14
    Meglio preferire l'essenziale alle apparenze o se vogliamo l'intimo all'esteriore. Ironica ma profonda!

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