V'era un tempo
di primavera accesa,
di papaveri e fiordalisi,
di zoccoli appesi
all'albero.
Era il tempo
degli amori fugaci,
dei mille e mille
baci,
rubati tra i covoni
e le montagne di fieno.
Era il tempo,
dove coglievo fiori,
strappando cuori,
nuda nei ruscelli mi bagnavo.
Erano tempi...
non tornano più.
Passano gli anni,
benedetta gioventù
che ancor si rispecchia
in ciocche di capelli
brizzolate.
Ma ora non colgo
più fiori,
non li recido
per farli morire
nel vaso di cristallo
della mia vanità.