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Necrophilia

Come ti dona la morte,
come ti sta bene addosso.

Ti osservo sdraiata, inerte
distesa sul ventre, di morte vestita
sei bella.

Sulla tua schiena, fiorita di rose porpora,
appoggio le mani ed il petto.
C'è il rumore d'un sol battito
mentre penetro il tuo corpo.

Non un gemito ti scuote, non un fiato
ed io, geloso del coltello che già ha avuto la sua parte,
affondo la mia carne nella tua.

Sei perfetta così, fredda, e pallida d'eternità
col mio sesso ho invaso il tuo cadavere
e con un colpo di pistola redimerò la mia lussuria.

 

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0 recensioni:

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39 commenti:

  • Anonimo il 03/12/2010 18:52
    Sì, il film è nightwatch, il racconto non mi ricordo come s'intitola ma è uno dei picchi macabri di Lovecraft il quale però ha avuto più fortuna nell'orrore puro, senza bisogno del macabro.
  • Tim Adrian Reed il 03/12/2010 18:44
    Il film è Nightwatch vero?
    di Lovecraft ho letto molto, ma non ricordo quel racconto...
    però Paolo posso dirti che questa non è una poesia horror. Io la considero invece una poesia d'amore. Non va presa alla lettera, è una metafora. L'amore che oltrepassa i confini materiali della vita e del corpo, e si trasferisce ad un livello superiore, eterno...
  • Anonimo il 03/12/2010 12:10
    Poesia horror senza dubbio; alcuni anni fa lessi un racconto di Lovecraft su un necrofilo che faceva il becchino e quindi aveva cadaveri a volontà. Poi un film dove il necrofilo era il guardiano di un obitorio... la poesia è nuda e cruda, per l'argomento che tratta è fatta molto bene.
  • Tim Adrian Reed il 28/06/2010 16:29
    Grazie Karl!!!!
  • Anonimo il 27/06/2010 23:51
    PREGEVOLE GIOCO DI SUGGESTIONI PER UNA POESIA CHE NON TRATTA IN MODO BANALE UN TEMA INFLAZIONATO COME QUELLO DELLA MORTE... CHE DIRE UN MITO
  • Tim Adrian Reed il 11/04/2010 17:27
    Buona riflessione Dino, mettiamola così: questo era un cadavere speciale, diverso dagli altri, il più importante di tutti. Magari l'ultimo di una lunga serie
  • Dino Borcas il 11/04/2010 09:42
    non mi piace il classico finale rassicurante: il malvagio redento dalla propria morte...
    anziché ad es., tanto per rimanere nella perversione, progettare nuove vittime,
    con il rammarico per il disfacimento nel tempo del cadavere ed una riflessione conclusiva sulla caducità dei piaceri temporanei...
  • Tim Adrian Reed il 08/03/2010 17:20
    Grazia Barbara, mi fa piacere che si riesca a cogliere del bello anche quando è inserito nella perversione estrema di cui ho voluto dare un'immagine.
  • Andrea Arvati il 08/03/2010 16:25
    notevole affresco di sensazioni. complimenti
  • Barbara Scarinci il 07/03/2010 23:10
    Brividi, ansia e repulsione mentre leggevo... terrificante ma suggestiva. Tema molto particolare e nella sua perversione... geniale!! Bravo
  • Anonimo il 06/03/2010 02:40
    Grazie mille, anche tu troppo gentile!!!
  • Tim Adrian Reed il 05/03/2010 23:04
    Troppo gentile Grazia, e ricambio con un invito a chi legge questo commento a dare un'occhiata anche alle tue opere, che la meritano senza dubbio.
  • Anonimo il 05/03/2010 17:25
    È raccapricciante, ma è scritta in modo fantastico!! Fa dimenticare che si sta parlando di una perversione. Molto bella, complimenti!!
    P. S. Mi ricorda una canzone dei Baustelle per il tema della perversione, non per lo stile, quello è tutto tuo ed è geniale!!
  • Tim Adrian Reed il 03/03/2010 17:36
    Grazie mille Laura, e anche a te Vasily!!!
  • vasily biserov il 02/03/2010 21:35
    terrifficante, originale, crudele, sentimentale... in poche parole bellissima!!
  • laura cuppone il 24/02/2010 17:30
    trascinante e dannata.
    una piacevole, disgustosa novità.

    piaciuta
    Laura
  • †♠ nosferago ♠† il 21/02/2010 14:09
    bella... originale il tema, mi piace come l'hai sviluppato.. amore e morte... si intersecano sempre..
  • Tim Adrian Reed il 12/02/2010 17:39
    Ben interpretato, Marco. Grazie comunque per la buona valutazione tecnica al di là della tematica.
  • Marco Salerno il 12/02/2010 16:37
    Bella la poesia, c'e' maestria e competenza, colpisce nel senso. Non amo pero' il tema. È evidente l'assassinio da Pacciani in "il coltello che ha avuto la sua parte". Quindi no
  • Anonimo il 12/02/2010 10:30
    Carl Tanzler l'avrebbe sicuramente apprezzata, anche se il finale è un po' diverso. Ciao, Giosue
  • Tim Adrian Reed il 06/02/2010 12:28
    Grazie Vincenzo. No, veramente no. L'ispirazione è venuta da sola, mi si è come formata un'immagine nella mente che ho poi avvertito il bisogno di disegnare con le parole. La necrofilia oltretutto è un tema che mi ha sempre incuriosito, ed è stato anche argomento di diverse discussioni con alcuni amici. In effetti sono venuto a conoscenza del libro di Francesco soltanto dopo aver pubblicato la mia poesia, e mi è piaciuta l'affinità tra le due opere.
  • vincent corbo il 06/02/2010 09:44
    Immagini forti e belle... ma ti sei ispirato al titolo del libro di Francesco?
  • Francesco Scardone il 05/02/2010 23:42
    belle le immagini del sesso maschile come coltello(l'ho usata anch'io nel finale del mio romanzo Necrophylia^^) e dell'eternità pallida^^
  • Anonimo il 05/02/2010 19:21
    Sei un po' contorto ma nella tua originalità è una bella dichiarazione d'amore eterno... penso che lei ti conosca bene e sappia riconoscere tra le righe il signor "Amore"... complimenti cmq, l'ho letta per prima questa mattina ma solo dopo averla digerita l'ho commentata senza pregiudizi...
    Buona serata...
  • Tim Adrian Reed il 05/02/2010 18:30
    Ciao Dani, ciò che hai detto è giustissimo. In effetti io stesso l'ho scritta pensandola come una poesia sull'amore. Pare che tu abbia colto al 100% quello che volevo trasmettere, ed è esatto anche ciò che dici sull'eternità di questo amore, che si conclude con un orgasmo ed un suicidio, passando così su un piano di eternità.
    Poi per carità, ben vengano anche interpretazioni diverse, ma la tua corrisponde in pieno con la mia.
    Quello che forse potrebbe turbare alcuni è che l'ho scritta pensando alla mia ragazza, con cui sto da anni e con cui desidero spendere la mia vita. Certo non desidero compiere in concreto i versi che ho scritto, ma forse la si può leggere come un'inconscia dichiarazione d'amore eterno...
  • Anonimo il 05/02/2010 18:13
    Sembra un amore eterno visto che, se interpreto bene, muore dopo l'atto sessuale. Come quando scrivi".. di morte vestita sei bella.."chissà perchè in tutto questo ho letto "amore"!!
    Ma per te sono solo versi... e questa è la mia interpretazione!!
    Piacere di conoscerti, Tim...
  • Tim Adrian Reed il 05/02/2010 17:34
    Ti ingrazio Bruna, sono contento che ti piaccia. Non ho letto il libro, ma ho visto l'adattamento cinematografico che ne è stato fatto all'incirca tre o quattro anni fa... il film probabilmente avrebbe potuto esser migliore, forse la versione scritta era meglio riuscita, come spesso accade. Ti ringrazio ancora per il commento e penso che ne approfitterò per leggere qualcosa di tuo.
  • B. S. il 05/02/2010 17:07
    Poesia insolita e coraggiosa... molto bella.
    ho letto un passaggio similie nel libro di Suskind, Il Profumo, lo hai letto?
  • Tim Adrian Reed il 05/02/2010 15:40
    Fabio grazie per il commento positivo e per l'interessantissima storia di Andrei Chikatilo, di cui avevo sentito parlare ma di cui non sapevo in dettaglio quello che hai spiegato. E dato che sono anche decisamente "cinefilo" vedrò di recuperare al più presto il film suggerito. grazie ancora
  • Fabio Mancini il 05/02/2010 15:30
    La tua poesia mi piace, anche se ha qualche parola e aggettivo di troppo. Ma anche a me piace aggettivare. La tua composizione ha richiamato alla mente un fenomeno della criminalità, un tal Andrei Chikatilo. Figlio di un padre alcolizzato e reso impotente dalla madre con la quale condivideva il letto, la quale ad ogni erezione notturna del figlio, lo sopprimeva con percosse e violenze di ogni tipo. Andrei si sposò, ma con la moglie non ebbe rapporti sessuali. Nella sua carriera di serial killer Andrei Chikatilo, uccise, violentò (riusciva ad avere l'erezione completa solo quando la sua vittima non era più in vita) e divorò parti dei corpi delle sue cinquanta vittime tra donne e bambini. La storia di Andrei Chikatilo è stata riportata magistralmente nel film: "Evilenko" che ti suggerisco di vedere. Ciao, Fabio.
  • Anonimo il 05/02/2010 11:27
    Hai letto qualcosa di mio? Dai dimmi che ne pensi!
  • Tim Adrian Reed il 05/02/2010 11:06
    molto bella anche così, complimenti.
    Fa un effetto diverso però, attenua quel senso di nausea e morbosità che volevo trasmettere, anche se probabilmente ci guadagna stilisticamente.
    Forse apprezzerai maggiormente alcune delle mie prossime pubblicazioni, sicuramente più minimaliste e dedicate a temi del tutto diversi.
  • Anonimo il 05/02/2010 10:56
    Perchè non Minimalismo. Qui sarebbe stata così:
    Morte addosso
    bella
    sei bella
    fredda
    e geloso del coltello
    sono in te
    con un colpo
    ubo solo
    redimerò
    la mia lussuria
    Il minimalismo ti da la possibilità di centrare un dato minimo che esplodi, provaci.
  • Tim Adrian Reed il 05/02/2010 10:28
    grazie Andrea per i consigli, sono decisamente nuovo del mondo della scrittura e ne ho bisogno. In particolare concordo sul minor utilizzo di aggettivi. Quanto alla metrica, non ti nascondo che in partenza la poesia aveva un suo schema ben preciso di versi di 8 e 12 sillabe. Poi però ho deciso di stravolgerla, e renderla più libera e fluente. Volevo dare un'immagine più vivida e se possibile malata, mentre la metrica precisa trovo che in questo caso ingabbiasse le parole in modo eccessivo.
    Infine, quanto agli aspetti psico-sociologici da te evidenziati... ammetto che non sei il primo ad associare alla mia personalità la pulsione di morte, pare che sia effettivamente parte di me... ma questa è soltanto una delle mie tante sfaccettature. In fondo ognuno è folle a modo proprio...
  • Anonimo il 05/02/2010 10:12
    Quando ho letto sono rimasto senza parole. In Sociologia quel continuo tuo bisogno di colorare l'immagine in questa poesia è quello che viene chiamato "Pulsione di Morte"! Per quanto riguarda la poesia, ti consiglierei un meno utilizzo di aggettivi, e di diallele concluse es. fredda, pallida, porporea. La poesia libera non è un film o un disegno, altrimenti è meglio usare un metro, ci sarebbe stato meglio un metro settenario. Questo poi detto da uno che ama il minimalismo è proprio il massimo.
  • Tim Adrian Reed il 05/02/2010 10:01
    grazie dei generosi commenti, ho toccato un tema piuttosto particolare, ma sono contento che abbiate apprezzato andando oltre la repulsione. A volte mi si crea un immagine nella mente, mi ispira e la traduco in parole. Come in questo caso. Grazie ancora, significa molto per me.
  • Anonimo il 05/02/2010 09:56
    Sono senza parole, senza una misera parola!
  • Anonimo il 05/02/2010 09:12
    Ganzissima!!!!!!!!!!!!!!!!
  • isabella zangrando il 05/02/2010 09:05
    notevole, hai osato. apprezzo la capacità di inventare/raccontare senza filtri, piaciuta.

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