Con la sua nota emotività creativa, in un clima tra il mesto e il festoso, ancora una volta Capitanucci esamina la precarietà umana e interpreta la nostra tanto complessa sensibilità.
immagini particolari... giocare con i dadi... donare il più bel giorno e un contrasto fortissimo rappresentato da quel cielo senza stelle...
bravissimo...
malinconica... si, c'è il per-dono, ma il sorriso è in una "pallida" ala e il cielo è senza stelle... si può perdonare, ma questo non comporta il venir meno del dolore per le ferite, che si leniscono solo con abbondanti carezze...
Un titolo cortissimo <stranamente>, ma non poteva essere nient'altro leggendo la poesia.
Come nel proverbio mi chiedo: è nato prima l'uovo o la gallina?
Tu chioccia Vincenzina lo saprai sicuramente
ciaociao
Anonimo il 13/02/2010 11:41
l'ho sempre detto che sei un grande... e lo ripeto...
tremendamente forte nel descrivere le debolezze degli uomini e la forza dell'amore che perdona. Davvero molto significativa complimenti!!! Spesso(io per prima) siamo incapaci ad amare nel vero senso della parola cioè non dico nemmeno a perdonare ma ad accettare come suppellettili d'amore anche le scorrettezze che il nostro oggetto d'amore compie;in un'ultima analisi ne amiamo la profonda natura fatta di fiori sbocciati ma anche di rovi e malerba.
La maggior parte di noi si nutre di un surrogato d'amore, quindi prima di privare di qualcosa gli altri, priva se stesso di un sentimento puro e tenero come l'hai descritto tu!. Io stessa me ne nutro perché forse penso di non meritarmene altra forma o semplicemente perché sono troppo egoista per piegarmi alle bassezze altrui:mi accontento ma è cosa nota che il destino di chi si accontenta è mediocre...
Scusa per questi voli pindalici, bellissime e teneri immagini, che racchiudono l'essenza di qualcosa di meraviglioso come è l'amore in questa vita che sembra non brillare di altro come un "cielo senza stelle"... ciao ciao