Svirgolo parole come pece -
mi scollo dalla mia anatomia
e un simulacro appare nello sfondo
che ode il tuo spirito aleggiarsi in lenti circoli
in lenti planaggi lungo correnti d'aria dove non mi è concesso avvicinarmi -
ho solo brandelli e le ossa piene di ferro-
nulla e dico nulla può guarirmi - e poi guarire che cosa?
ditemi voi, voi che sapete voi che danzate e voi che cantate -
anche io ero un giorno un comune mortale - anche io anelavo a ciò che anelate ora -
ma ora mi limito ad espirare e inspirare contentandomi solo degli assaggi di portate dal vago ricordo che brucia ancor sulle labbra -
i sapori non sono più quelli di una volta, perché la mia lingua dorme incantata tra rocce e fiume-
i palazzi di ghiaccio e le steppe sono simili ma sia gli uni che gli altri sono immobili benché si scorgono reciprocamente anelandosi a vicenda -
cosa dire cosa fare se non passeggiare senza meta... perché non è cambiando cielo che si cambia la propria anima-
bene, alla deriva veleggio e godo del vento che porta con sé profumi e aliti d'altri mondi -
potrei morire ma niente è per sempre - potrei trovare conforto con un illusione che non si mangia ma alimenta laggiù in quella terra decantata dai poeti che non si vede ma che c' è !
se - ma - però- noi ridiamo di ciò e pensiamo benché anche le conferme sono immortali... ma nulla è per sempre -
trasformazione, sì! - muta della pelle e camaleontici passi d'acrobazia per salvarsi e salvarci e salvarli e salvo poi -appena le lasci sole - perderle negli abissi più remoti
- tutto viene separato nulla ritorna come fiume nel mare- o forse mi sbaglio - forse certe cose fanno dei giri immensi per poi ritrovarsi
improvvisamente-