Come gatti randagi,
ma spesso accarezzati
sfuggenti verso nuove cicatrici
incontro a quel sentore di spazzatura
prodotto ogni secondo dal candore
di una repressione acerba.
Solerte il benpensante
non si cura
a rintuzzar nella coperta
le scelte ravvedute e rispettose,
si stringe attorno alle sue poche cose
pensado alla fortuna e a come si sta male altrove.
Lontano dalle mura della cittadella
dove ritorna quel cattivo odore
che poi così malsano non mi pare,
intenso,
sembra il mare
che dopo una nottata di dolore
perdona il vento non curante
che ride le sue note già distante
e agita il suo umore.
Il cielo par contento
che è parte e testimone del momento
Per te con amore,
da dentro,
dalle mie esili profondità.