Costretti a passeggiare tra i cadaveri
gli uomini si alternano
ai tavoli di un caffè, la strada
è bagnata e le case non esistono più.
I carri armati sono pacifici
nel silenzio generale
calpestano pietre e polvere;
anche il vento si è fermato e le trombe
suonano la ritirata.
L'orologio cade dal muro sgretolato, si aggira
ridente l'ubriaco: ha dimenticato
i numeri, i nomi, le cose.
L'otto diventa zero, strada da
percorrere all'infinito.
Giocavano i bambini coi colori,
inseguivano gli uccelli,
si nascondevano tra le piante.
La sera ammansiva i suoni e
teneva per mano lungo
la passeggiata sul fiume.
La luna scompariva senza viso
la corda della chitarra si spezzava
la piazza divenne vuota
le sirene s'inabissarono e urlavano
il colore fu rosso, divenne sangue
divenne sonno, divenne pelle
di cui spogliarsi.
Brandelli sono gli uomini
immagini diafane senz'ombra
manifesti consunti dalle intemperie.
L'ultimo fuoco che brucia
riscalda le anime sole
dietro la tenue tenda dell'alba.