L'artista freme:
dalle sue dita sfugge un'altra melodia:
note mai create da nessuno esplodono nel vento di maggio,
vorticose, senza ritegno.
Mi perdo nel mio romanzo d'avventura,
poco distante
una bambina s'incanta ancora:
chiede ansiosa alla nonna
l'inizio di un'altra storia.
Intrecci d'ombre di faggi secolari,
tra sentieri erbosi e timidi fiori
e l'orizzonte pare la tavola d'un pittore:
forse il ritratto della mia anima in quell'istante,
un'anima in ascolto,
limpida,
senza ombre.
L'odore delle rose s'adagia sulla pelle
sulle immense distese d'erba
sui sentieri serpeggianti
che s'avvinghiano al colle.
Le cascate rosse delle fresie
richiamano il tramonto.
Allora l'orizzonte
con tinteggiature d'indaco risponde
poi creste di rame
spumeggiano nel cielo
e inghiottono il giorno
un po' come s'inghiotte una pillola amara.
Notte chiara.
La chitarra tace:
il silenzio soltanto può penetrare
il cielo screziato d'infinito
e raggiungere le località remote dei sogni.
Non temo più le notti senza stelle,
non cerco lune inaccessibili
o universi paralleli,
cerco soltanto serenità
nel luogo in cui avviene la parodia allegra,
a volte amara della mia vita.
Cerco luoghi assordanti di silenzio
dove far volare aquiloni di pensieri,
inquieti come il vento,
stupidi come la nostalgia o il rimpianto.
Ti troverò lì in ascolto con i tuoi occhi grandi,
figlia,
con i tuoi stupori
e le mille domande che mi pongono il tuo cuore.
Insieme cercheremo le risposte,
debelleremo le paure.
Prendi la mia mano: comincia il viaggio della vita.