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Ode gastronomica
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Sab alle 18. 01 | Modifica nota | Elimina
non so come definirla lo iniziata cosi per scherzo ed e venuto fuori questo
ODE GASTRONOMICA
ohh che aulentissimo piacer per gli occhi
speriam che sia lo stesso per il palato
orsù non indugiamo
da dove iniziamo
partiam con gli antipasti
fra parmigian e caponate
ecco spuntar soave
un'insalata di gamberi e tarocchi
no no
resister non si può
mi perdo fra i colori
e i sapori
ma presto mi ritrovo...
davanti ad un'immensa
scodella d'insalata di mare
a che squisitezza
un dono di nettuno dio del mare
passo distrattamente al tavolo dei primi
che odorino che cos'è
a capisco...
e quella teglia di non so che cosa
desta tutta la mia attenzione
che goduria per il naso
che profumo sopraffino
son cannelloni...
ne vado pazzo
a me a me
girate al largo cercate qualcos'altro
girando in tondo per quel tavolo da lontano avvisto
una cosa sconvolgente
e nera e mette addosso una certa inquietudine
e un risotto al nero di seppia
e da tanto che lo sogno
mo aspetta che te magno
un po' di peperoncino grazie
adesso si e perfetto
mi allontano da te o mio ripiddu
e mi avvicino al tavolo dei pesci
cosa son quei rollatini
a di spada son involtini
gustiamoli pian piano
eccelsi senza dubbio
li associo a un po di gamberoni
ma quelli rossi di Mazara mi raccomando
e quel rossore che cos'è
son sardine a beccafico
lasciarle li da sole che orribile peccato...
che dire deliziose
ma adesso passiamo alle carni
guardate che trionfo
un agnello intero allo spiedo
con quel suo gocciolar di grasso
che sfrigola sul fuoco
mi lascia di sasso
eppoi arrosti e salsicce
polletti dorati in padella
e chi più ne ha piu ne metta
ma in pancia senza dubbio
e vero ho un debole
ma solo per i dolci
che sia beninteso
mi sembra strano
non poter tastare con la mia mano
la sofficità complessa
di quel pan di spagna
ma nessuno me lo vieta
e allora tastiam tastiamo
cannoli e cassati
granite e gelati
zibibbo e malvasia
passiti e moscati
oh mamma mia
che strazio
questo divagar
sul sentirmi sazio
io posso pur ricominciare
per me e vietato vietare
una pennichella mi ristora
e poi via di nuovo a banchettar
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