Benvenuti in ascensore...
Chi fa prima sale e fugge,
ma l'ascensore è una macchina,
è intelligente
e ha le chiamate prenotate
e si ferma ai piani.
E chi è fuggito è intrappolato dentro.
Quella sua voglia di isolarsi
di sfuggire un saluto, o solo
di vedersi riflesso negli occhi di un altro.
Ecco! È questo che manca,
capire che tu sei dentro i suoi occhi
e l'altro è dentro di te.
Siamo tutti uguali, con gli stessi problemi
con le stesse paure,
fuggiamo da noi stessi, dalla vita,
che ha le scale troppo ripide.
L'ascensore si è fermato,
il tempo di qualche piano,
di osservarsi i piedi.
Le scarpe, se potessero parlare...
Parlerebbero almeno loro.
Il tempo di un fugace saluto
ed ognuno riparte,
per le scale della propria vita.