Gente di corsa, che arriva che parte che approda a questa banchina,
ognuno col suo carico di gioie e dolori.
Lavoro alle casse di un ipermercato,
ma qui sembra un porto di mare, sbarchi e partenze,
borse vuote e piene di sogni e sofferenze.
A volte il destino è ironico e ride in agguato,
un giorno sarai una che conta...
alle casse... mi ha messo quel fato!
Eppure anche qui mi sento ricca, di incontri,
a volte di scontri, siamo umani e non macchine
almeno quelli, fra corsie e carrelli!
La crisi... oltre ad avere mangiato i soldi, sembra
avere inghiottito anche i sorrisi.
E resto qui a frugare nelle tasche della gente,
gli ultimi spiccioli rimasti, fra briciole di vissuto
e bottoni da attaccare e gettoni ancora da usare.
Poi.. arrivi tu, con in mano il tuo mazzo di raggi di sole.
Tu, tua figlia una donna e tu, sei tornata bambina.
Un male che ha offuscato la tua gioia di essere madre
e che quando nasceva il tuo fiore,
lui aggrediva il tuo cuore, la chiamano depressione
che lascia nel viso, a volte, una triste espressione.
Eppure tu, che cerchi un abbraccio, il mio bacio,
sei tu che doni al mio cuore
il più grande sorriso, quello che gli altri non sanno
dare, avari anche di una smorfia sul viso.
Giocosa come una bambina, felice,
a volte triste, ma sempre positiva.
Ti guardano interdetti quelli che sono in fila,
che storcono il naso quando il destino presenta
loro un piccolo conto, e che mi chiedono
sempre con tanta premura... ma scusi è sicura?
Arrivi di corsa, solo per rubare un bacio, una stretta
di mano, una parola e poi riparti, ecco ora voli.
Mi hai lasciato anche oggi, un regalo,
un mazzetto di amore,
un bouquet di tanti piccoli soli.