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Indipendenza!

Mi sento quasi
Strattonato
Queste invisibili mani
M'afferrano
E mi tirano a sé

Guarda,
Quella è di Verlaine, e
Quest'altra, non è del Sommo?
Se mi volto
Vedo quelle di Feuerback,
Di Socrate e di Ipazia.
E quella là, non è del Foscolo?
E pur vi scorgo
Anche Pascoli e Petrarca, a braccetto,
Cosa mai vorranno costoro?

Poi mi accorgo:
Son io a chiamarli,
E di tutti voi farei salotto
Ma i giorni d'oggi
Non concedono il tempo
Di farvi ospiti,
E quasi
Vi rende nemici.

Sono stanco
Della modernità
Cinta d'alloro
E non voglio esser
Suo strumento.
È questo
Che di me vuol fare,
Come d'ogni singola vita
Che radica in questi tempi!

La scuola d'oggi
È negazione di cultura
Pare buona, ma è vuota.
A nessuno
Concede il suo tempo
"Devi solo far,
"Non puoi voler!"
Viviamo oggi
In quell'impero ormai decaduto
Ove l'aureola fu deposta.

Libera arte
A libero uomo,
Arte secondo i miei gusti
Non secondo i vostri!
Del vostro giudizio
Io non mi curo!

Amici mai incontrati
Eppur con me,
Sol da voi
Voglio esser giudicato!

 

l'autore Andrea Contenti ha riportato queste note sull'opera

Calcinelli, 15 marzo 2005


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1 commenti:

  • Anonimo il 14/04/2010 21:03
    Una poesia che invita alla riflessione, da leggere attentamente.

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