Io che credevo
che il passato macinasse
in polvere
spostai millimetri di peso
innocenti
lasciando ai resti l'ardua fatica
d'equilibrarsi in soli
-brillanti
illusorie
comete-
Non avrei mai pensato
che un distacco divenisse radice
così in fretta da dimenticare il tufo
e l'alga
circostanti
Me ne cibai però
e l'ispessimento
si fece ribellione
e con l'esequie
premature
-truce manipolo di malfattori-
si dileguarono in fretta
e senza spiegazioni
Contratta e sfinita
rimediai un'ombra
racchiusi nella tela
la mia carne bianca
voltai piano le pagine ocra
liberai la lama
dalla chiassosa ruggine
Anelo al lungo bramìto
dell'alce
al suo muschio di fiato dopo la corsa
alla terra impressa dai suoi zoccoli potenti
al suo occhio nero
con la luna
in mezzo...