poesie » Poesia surreale » A zonzo per l'universo
A zonzo per l'universo
Volare con le ali della fantasia
lassù nella volta infinita;
toccare il sole con un dito,
senza bruciarsi, senza farsi male:
riposarsi sulla luna; in assenza di gravità,
dormire a mezz'aria senza russare,
altrimenti ondeggio e mi viene il mal di mare.
Salire sul Grande carro facendo a gara con il Piccolo carro
trainati dall'Orsa maggiore e dalla Stella polare
e correre sulla Via latea che sembra non finire mai
e incontrare i Gemelli che lassù si annoiano
e si tirano le pietre zodiacali: dal diamante al turchese,
dal granato all'amatista, dall'acquamarina al rubino,
dallo smeraldo all'opale, dalla perla al topazio.
Che monellacci, sono rompi palle come quelli di oggi giorno!
- Castore e Polluce,- grida madre Leda:
- Siete proprio maleducati; oggi farete i compiti
per tutto il giorno; ne ho abbastanza delle vostre marachelle.
E be', che ci puoi fare, sono bambini pure loro.-
Ed ora incontro il Capricorno o capra di mare che cavalco
attraversando il mare della tranquillità
dove nessun pianeta tira all'altro meteoriti
o fa scoppiare le stelle del vicino
in mille piccole stelle o lo fa finire in un buco nero
per farlo sparire per sempre in un altro mondo,
nel mondo dell'antimateria.
In mezzo a questo deserto di stelle e di pianeti
finalmente trovo l'Acquario che mi porge un bicchiere
d'acqua fresca di pura sorgente universale.
Passando per la costellazione dei Pesci mi fermo a pescare.
Ci sono pesci di tutte le forme e di tutti i colori:
pesci ciechi, pesci con mille occhi,
pesci lanterna, pesci luminosi,
pesci pescatori che pescano gli altri pesci:
insomma paese che vai, pesci che trovi.
Mi viene incontro l'Ariete al galoppo.
Mi viene voglia di cavalcarlo
come fece Frisso
attraversando il cielo stellato,
riconquistando il Vello d'oro di Gissone.
E poi mi viene incontro il Toro
sbuffando e calcianco l'aria,
mi sento il matador de toro,
mentre le Iadi e le Pleiadi stanno a guardare.
E viene l'arciere, il Sagittario,
l'arcere dell'universo, colui che difende im poveri
e punisce i ricchi, colui che come Robin Wood,
metterà ordine a questo regno
che sembra caotico e ha bisogmo di maggiore giustizia.
Arriva il Cancro, che ha cinque stelle
che si rincorrono una accanto all'altra
e stanno facendo il gioco dei quattro cantoni:
al centro c'è una stella che cerca di rubare
il cantone alle altre quattro
che si muovono in continuazione.
Il piccolo re dell'universo è il Leone
che quando ruggisce sprizza scintille luminose
dappertutto e si vedono bene nel mese di novembre.
La Vergine è una giovinetta con gli occhi luminosi
e brillanti, dalle gambe lunghe ed affusolate;
la vorrei conoscere, ma lei scappa nell'ammasso
di galassie, di stelle e di pianeti.
Scorpione, dall'occhio rosso e luminoso di Antares
mi manda dalla Bilancia perchè mi devo pesare:
non sono in forma, peso trenta chili di troppo,
l'unica cura sicura è tener la bocca chiusa e non mangiare,
potrei diventare alto e magro come una pertica,
così mi chiamavano da giovane: pertica.
Mi sono stancato di girare fra le costellazioni
dell'universo, ora mi voglio riposare all'antica:
disteso sulla sabbia in riva al mare,
accarezzato dalle onde, baciato dal sole,
guardando l'infinito del cielo turchese.
12
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
- Fantastica e nel mare incontri i pesci, una delle costellazioni che hai omesso