Morirò come fosse già un altro tempo
o sentirò il mio epitaffio marcire
come fosse un'altra piega di vita
in un'alba dissipata,
e da lì partirò in cieli e tramonti
che mi lascino in pace.
Poco è rimasto di me che oggi ha un senso,
visione del cuore senza patria
né del senno alcuno d'amore,
e domani sarà un giorno senile
prigioniero del cielo sospeso
come un coperchio greve,
sulla fronte,
sfiorerà l'estremità dell'inesistenza.
E vado al disgelo della fine
senza allentare il passo
ultimo, freddo e sinistro,
e possa soffocare le mie lacrime
che sanno ormai
di sangue stralcio.
Sempre temerò lo sfregio d'altri di rubare
le mie parole,
fatte di piccole gocce d'anima.