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Caro fu l'ermo colle

Caro fu l'ermo colle
al Poeta del Passero solitario
come cara mi è questa spiaggia
ove l'eco del mar risuona
in tutta la sua furiosa dolcezza.
Non ci sono i tuoi passi
a venir meco
come quelli della donzelletta
ma li aspetto ancora scrutando l'orizzonte
che traccia nel cuor parabola di vita
vissuta a metà per una metà
che mai venne a consolarmi dopo il naufragio.
Seduto rimugino
il pensier di te che taci
ma la tua voce rimbalza in cielo
come gabbiani che dragano le nuvole
per trovar il giusto riflesso
e poi lanciarsi in picchiata
fino a cogliere il frutto del loro cacciare.
Attendo oltre la siepe
e il buio già s'avvicina
mentre i sogni miei si rincorrono
per trovarsi a un bivio mal illuminato
che solo una Sfinge protegge coi suoi enigmi.

 

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1 commenti:

  • Anonimo il 13/05/2010 22:12
    E ancora aspetto ma tu non ci sei... nella nostra spiaggia non mi segui...
    sempre dolci, tristi poesie Paolo... ma bellissimi versi, complimenti!!


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