Per te,
immenso come lacustre spazio,
sollevo il mento
che possa il mio sguardo ardito,
oltrepassar la luce.
Raccolgo sogni
sparsi in ogni dove
silenziosi echi,
diffusi sulle corde del mio sentire.
Distendo intorno
velluti voluttuosi
a catturare morbidi dinieghi,
affinchè non facciano rumore
e risvegliare in me,
la consapevole sconfitta.
Sul verbo arrotolato della gola
un masticare lacrime trasparenti
-per te-
che attingi amore
e amore neghi
sul frullo silenzioso,
-delle mie ali-