Mi arrampicavo sulla finestra
per guardare oltre la città,
per illudermi di scorgere lontano
il mio sogno,
in quella moltitudine di tetti e di vite sfuocate.
E spingevo lo sguardo della fantasia
là, dove avevo lasciato quella collina,
a perdersi in corse sfrenate
fra fiori di campo e tra i mandorli.
Dalla finestra osservo questa collina
che cambia colore con le stagioni
come cambiasse d'umore.
D'inverno grigia e spoglia
come un'anima in pena,
resta, in raggelata attesa.
In autunno ubriaca di tanti colori,
d'estate arsa e gialla a cercare
con le sue mani rivoli di fresco,
per rinascere in primavera come bambina.
È lì che tuffo la mia fantasia
che libero in corse sfrenate
quella bambina
che vive dentro me,
che spesso parla e che io ascolto,
mi prende la mano
ed io, scrivo...