Finiranno, dunque, questi giorni silenti...
Tra le ombre scure della tua dolcezza sfinita
e le gambe stanche grondanti d'umori nuovi.
Finiranno, dunque, questi giorni...
Arresi a noi stessi,
strafatti dall'odore tenue
di quelle carni soavi a lungo inutilmente bramate.
Arresi a noi stessi,
viziati dagli echi leggeri di desideri mai saturi di cupo ardore.
Finiranno, dunque, questi sogni inutili...
E dalla carcassa decomposta di quest'odioso trittico estrarrò il cuore condiviso:
da te, da me e dall'altro, svegliandomi di nuovo affamato.
Avvolgerò il cuore marcio tra le pieghe asciutte di questo cielo nero e
aspetterò... voi, di nuovo
voi.
Aspetterò.
Voi, sangue nuovo...