Quando il mondo era più giovane di vari secoli
Su una scogliera lambita dal vento i crociati si distesero a dormire
Senza nessuna certezza nell'avvenire se non quella di aver dato un senso ai propri atti
Il loro sonno sembra per questo più dignitoso
Le loro palpedre socchiuse si elevano umili al cielo
Le loro forze ruvidamente abbandonante all'imprevedibilità delle intemperie
Al crudele destino di un assalto o al divampare di un rogo
Ma essi devono riprendersi per un'altra sfida
Senza sapere se rivedranno la luce del giorno dopo
Al gelo. al solleone, poco importa
Le bizzarrie della natura non turbano le loro viscere
Non temono la sua grandezza
Da essa si riflette l'ascesi del divino
Manifestazione di ciò che vi è di più incommensurabile
Non tutti s'assopiscono, qualcuno rimane in silenzio
Lo sguardo proteso verso Ofiuco
Ammaliato dall'unicità degli astri
Un senso di leggerezza lo pervade
Ora la sua essenza si fonde con il cosmo
In questo abisso trova l'estasi
E cade in un torpore profondo
Di nuovo in sella ai destrieri
Si apprestano a servire la loro missione
Fino in fondo, fino all'ultimo
Sicuri che i loro sacrifici non muoiano con loro
Coscienti che costituiranno un immenso disegno
Quello di difendere in terra il regno del divino
Presso coloro che lo chiedono