Lo vedevo attraversare la strada,
come aveva attraversato il tempo,
quasi invisibile agli occhi della gente
lui, in compagnia della solitudine
e del suo cane.
Lo vedevo solo su quella panchina,
respirare ed assaporare fili d'aria,
come fumo di una sigaretta,
scalciare le ore vuote
come lattine,
contro il muro del tempo,
mentre l'eco dei ricordi si infrangeva
come onda, nei suoi pensieri.
La solitudine aveva i suoi occhi,
di un azzurro cielo,
umidi di pioggia
e scodinzolava in silenzio ai suoi piedi,
fedele, come un cane,
non come quella vita che, indifferente,
gli passava accanto.
Lo rivedo ancora su quella panchina
sotto il pioppo,
come lui alto magro e curvo
sfidare il vento e il tempo,
veloce ed invisibile come il suo ricordo.
Ho chiesto di lui,
nessuno si ricorda, forse qualcuno,
ma non sa chi fosse,
quel vecchio che raccoglieva foglie secche
i suoi ricordi, al vento
e la farfalla della sua carezza
che si posava, lieve,
sulla testa del suo cane.