Porgo lo sguardo all'infinito cielo
nella speranza che quello spazio
possa accogliere tutta la mia amarezza.
L'aria pungente della notte largisce
secche sferzate sul corpo.
Ma il cuore, benché contrito,
emana un'intangibile energia
capace di resistervi.
Cercando l'estremo contatto
tanto con il creato che con
il suo Creatore,
il disagio della mia condizione umana
si attenua, si dissolve.
La mia anima provata, il mio spirito,
assurge fino ai più alti cieli.
Padre, hai ascoltato i miei lamenti.
La Tua carità è abbondata in me.
Le lacrime che ora solcano il mio viso
non sono più di dolore, ma di gioia.
E la Tua pace m'accoglie.