Cosa ci passa dinnanzi?
Idoli aurei, corpi senza anima, cumuli di carne da macello già condannati ad una esistenza fatta di bassezze. Le immagini passano repentine di fronte quegli specchi che molti chiamano occhi, e sembrano vogliano dire nient'altro che: vanità! vanità! vanità!
Cosa sono senza di te?
Un corpo inerme, in attesa di impulsi e di qualcosa che mi parli di te. Un anima sola che tesse la tela dell'attesa e dell'abbandono, che aspetta il suo Godot, rinunciando alle stagioni, alle rose, ai profumi, alla vita.