Cerco di attivare nella mente, i momenti felici di quand'ero infante,
scheggie di ricordi, grida di madri e di bambini,
lacrime che solcano le guance di chi più non ricordo.
È come farsi strada tra irti rovi
e con mani sanguinanti aprirsi un varco.
Ma mi è insopportabile il tormento
ogni spino ormai possiede la mia carne,
decido allora d'interrompere il martirio,
arretro, ed il sollievo mi delizia.
Non so se esser fiero,
ma ho seminato in modo davvero magistrale
questi rovi, che ora non mi fanno entrare.