Noi della costa siamo gente strana,
abbiamo il canto del mare nelle orecchie,
annusiamo il vento come i cani
in cerca di chissà quale odore.
Siamo poseidonie divelte dal fondale,
brune festuche essiccate al sole
ma sentiamo nelle ossa l'umida salsedine
che tutto corrode, anche il tempo.
Abbarbicati a uno scoglio, come conchiglie,
non abbiamo sogni, né parole per raccontarli,
seguiamo con gli occhi una vela all'orizzonte
ma non partiamo mai, restiamo ad aspettare
su quel liquido confine che muta sempre,
tra riva e onda, terra di nessuno.
E quando ce ne andiamo, la risacca
cancella le nostre orme, e nulla è mutato.