Lingua di chi aspetta,
Unica voce che calma la fretta.
È la speranza di chi va in guerra
accompagna il pianto
di chi giace in terra.
Sta dappertutto
non ha confini,
sta sulla bocca
di dotti e cretini.
Molto usato da chi chiede un pasto,
sempre scacciato da chi non dà
neppure un frutto guasto.
Lo senti da chi lavora al sole,
ultima voce dell'uomo che muore.
Se tendi l'orecchio,
lo senti nel vento,
è il sussurro dell'ammalato
un sordo lamento.
Una volta,
lo hanno usato tutti,
non è che un sospiro,
altro che un fiato,
l'ultimo rimpianto
del condannato.