Sei un file
adesso
sei
parole digitate
da amplessi virtuali
in una cartellina gialla
senza nome
Nella luce s'apre il mio diaframma
vorrei
rapirti il pensiero per un attimo
e poi lasciarti all'ombra
senza sporcarti l'anima
Spero di non esserti morta dentro
come l'aborto spontaneo di un ricordo
spero che tu non mi muoia cadendo
tra questo mondo e l'altro
O mio dolce assassino
divisione di un mezzo
vorrei cancellare la memoria
dalle vene
cosa mi resta ora
è la sacralità della sillaba
egregiamente manipolata
I miei pensieri...
Un nosocomio di orfani
amati al punto
di non ritorno