Correggo il mio inviso pensiero
togliendo toppe erroneamente posate,
con gesti di lussuriosi attimi.
Divago, mi sorprendo ancora,
nell'estasi che giunge ovattata
come una nebbia agli irti colli, antica.
Contemplo con ammirazione i giorni
che di coraggio veste il mio tempo,
statico marasma intrappolato, dentro,
quando brandisce rumoroso ogni richiamo.
Rispondo controvento e silenziosa
alla spirale di nube che galleggia,
al centro di un cielo che ci appartiene
segreta alcova d'insonnia conturbante.
L'attesa aurora, arranca sulla notte,
deflorando il velo di mestizia
tenue sigillo a intrappolare il sogno
di te, di me,
viandanti senza meta e senza approdo.