Ti prego, immenso Iddio, fammi volare,
ma più in alto che puoi fammi innalzare
per non scorgere più da quelle altezze
le terrene ed umane nefandezze.
Non vedrei di lassù il gesto abietto
d'una madre che, aperto il cassonetto,
il suo bimbo vi getta, e quella vita,
che l'amor non scaldò, è già sfiorita,
o l'azione omicida e assai crudele
di Caino che uccide il mite Abele,
e poi di chi, seguendo quel cammino,
la morte invoca pure per Caino,
creando vorticosa una spirale
che vuol dell'uomo solamente il male.
Quel che finora ho visto mi addolora;
a ciò non voglio assistere ed allora,
ti prego, immenso Iddio, fammi volare,
ma più in alto che puoi fammi innalzare.
Più non vedrei che l'uomo sulla terra
è sempre pronto a dichiarare guerra;
talor con grave azion da terrorista
vende la vita e il "Paradiso" acquista:
hanno inculcato ciò nella sua mente,
per cui dà morte a sé e a tanta gente.
Più non vedrei bambini, ahimè, affamati
e dalla sofferenza ognor segnati,
tristi dal primo dì che sono nati,
senza cibo e vestiti e in più ammalati:
han conosciuto il dolore soltanto,
non han sorriso mai, ma sempre pianto.
Non voglio più veder quel che finora
la vita mi ha mostrato, e invoco ancora,
immenso Iddio, deh, fammi su volare,
ma più in alto che puoi fammi innalzare.
Mi raggiunga il profumo solamente
di tante buone azioni della gente:
vertiginose altezze esso non teme
e con l'amor s'innalza e vola insieme.
Quello ch'è bello fa ch'io sempre veda
e lascia quindi ancora che ti chieda,
immenso Iddio del ciel, fammi volare,
ma più in alto che puoi fammi innalzare!