I bicchieri vuoti
traboccano di voci,
ma qui nessuno
sta parlando.
Nello sfavillante nuovo
locale, buccia alcolica
d'una polpa d'ospedale,
la gente esplode.
S'ingorga il caos
puzzolente di orrori,
i dottori migliori
sono esplosi tra i primi.
E non ci sono le barelle,
è un'indecenza. A pezzi
le infermiere
sono sparse negli ascensori.
Gentili avventori,
pancreas e polmoni,
ora balliamo abbracciati
il valzer comico di un'esistenza.
Tra budella e sconci ai tavoli
è dannatamente chiaro che
come ieri, stasera
dovrò raccogliermi da sola.