Ti prende adagio le mani, nè un rumore
un tocco un contagio, è solo l'assenza:
prima il germe è l'odore del cuore,
poi il corpo scompare, a intermittenza.
Silenzio-terrore mi avvolge tutto
ed io che non volevo così rimango
nell'aria a sentire il mio suono distrutto
poi cado cieco nel buio e nel fango.
Son solo piango e mordo
mangio avaro e sazio
la fame vuota del ricordo
sordo sento in me lo strazio.
Il tumore di non aver più fine
fa di me un pensiero fermo a metà
tra il dolore siero senza confine
e il respiro che non ce la fa.