Stanotte ho fatto un sogno,
un sogno molto strano,
che Iddio mi risvegliava
sfiorandomi una mano.
"Figliolo, sveglia, è ora"
mi disse l'Onnipotente,
con voce assai sonora
e come mai possente.
"La mia curiosità è tanta:
cosa vorresti diventare?
Animale, uomo o pianta?
Hai una notte per pensare".
Dopo un primo momento
di comprensibile stupore,
capii con gran sgomento
che mi restavan poche ore.
Bisognava fare in fretta,
prendere una decisione:
una nuova vita gretta
o un'altra dimensione?
Uomo no, sono cosciente,
conosco ormai il finale:
di gioie poche o niente
in una vita spesso banale.
Sarebbe forse meglio
trasformarmi in animale,
e se poi rinasco coniglio
e un cacciatore mi vuol male?
Un vegetale... un tubero...
ho deciso cosa diventare:
voglio rinascere albero,
un grande albero secolare,
all'interno di un convento
con radici ben piantate,
indifferente al vento
e a tutte le sue folate,
immerso nella quiete,
lontano dal baccano,
a fare ombra a un prete
e dalla città lontano;
un albero controcorrente,
che non tema di spogliarsi
quando ormai tutta la gente
pensa solo a imbacuccarsi.