Clemente tu sia,
fato birbante,
nell'abbagliar quest'occhio
cieco
e vissuto nell'ombra;
lentamente staglia
il colore
a tagliar pupille bianche
nei secondi dei secoli
che nelle tue stalle
attendono scalpitando;
paziente
sgocciola il sapere
nella toppa arrugginita
della gabbia
che m'intrappola da sempre.
Che pur il mio sorriso
voli fra festoni
di frutti
e rami freschi;
che pur la brezza
della costa
s'accompagni al mio respiro
or strozzato
e agonizzante.