i tigli al parco nel mezzo del novembre
colorano di giallo l'aereo in cielo
che plumbeo e qua e là bianco non se ne offende
cadono lentamente le foglie baciate dal vento
seminando i viali e i prati del parco
facendo tappeti che di riverbero illuminano l'intorno
tingono fra i rami in profondità fra il verde scuro dei lecci
figure di fantasia come di bimbi nella colorazione dei fogli
luce che si diffonde facendo buoni i radi spettatori
luce che ti porti via e scolora nelle ore che il giorno consuma
anche i platani nello stesso cielo con le loro foglie
disegnando d'antico i prati di loro competenza
dando riverbero d'altra luce sommessa
in una pace che acquieta
in un tempo che d'incanto nell'infinito si arresta
in altro loco della memoria
cadono lentamente polveri dal cielo
disseminando e colorando di nero le banchine
con navi carboniere in gioventù visitate
e altro tipo di polveri dal ferro miniaturizzato
con le case del paese a ridosso
di bei caseggiati in villette e condomini di pregio
rosse dal tetto ai muri agli alberi delle strade
velo sulle macchine in sosta
sulle chiome delle donne dal fazzoletto nascoste
ceneri in altre industrie della lunga età lavorativa nella terra ferma
da elevate ciminiere l'azzurro perforanti
come stelle filanti
oggi come allora polveri sottili del traffico cittadino
sull'asfalto invisibile colorazione
luce spenta che ti porti via e negli anni consuma
riverbero sommesso di una calma rassegnata
ombre di rappresentazione figurata
in un tempo che non scolora non si arresta