Infanzia affamata
quella del "Quaranta",
ma quanta gioia quando
quel profumato pane nero
tentava finalmente di smorzare o frenare
i dolenti morsi di uno stomaco avvilito.
Stomaco avvezzo a minimi, strani cibi:
pane e noci, pane e fichi secchi,
pane su cui pigramente si adagiava
un debole strato di pomodoro, rosso di sole,
o una gradita farina dolce di castagne.
Niente di più, ma tutto squisito,
condito da fame verace.
Oggi che la mia dispensa trabocca
di alimenti assortiti,
non avverto più i forti desideri del passato,
tutto mi è proibito
e sogno i tempi del nero pane quotidiano.