Come torrenti e cascate di nuvole
scorrono tra le solcature delle colline
le leggere ombre della nebbia,
inanellando le ramaglie e le cime verdi degli alberi,
tra odori di muschio e fungo.
I caldi caloriferi sul vetro,
che i venti del nord
scolpiscono con il freddo mattutino,
intorpidano d'un velo di gocciole e cristalli
che la mano spezza,
per lanciare nello spazio lo sguardo.
Quest'arco di mondo
che affabulante contiene questa solitutine
di un'alba troppo breve,
già si scolora nei riflessi del giorno,
schiudendosi su un'icona
odorante di muffe e gabbie;
già i pensieri, tra archi e colonnati
d'una architettura di decisioni e azioni,
come rampicanti dal sapore dolente e amaro
ascenderanno ad angoli bui
e nascosti anfratti.
Anch'io nel libro delle ore,
prigione dei sensi,
forse nascostamente seminerò spore di desiderio
con aromi d'uomo e gesti a lui vicini.
conoscibili probabilmente.