Era il tempo
delle acerbe mele
ed azzurri fiordalisi...
di quei meriggi d'estate
nella casa al mare,
dell'orecchio teso
ad ascoltare il silenzio
per accertarmi che tutti
fossero a riposare.
E poi... scendere
tutto d'un fiato le scale
correre fino
alle tue finestre chiuse
nel lancio dei sassi sui vetri
dolce mio richiamo
vederti poi apparire
angelo del mio primo amore.
Mano nella mano
correre fino alle dune
nascosti nell'angolo più scuro
fugacemente, con la gola ardente
tracannare l'attimo fuggente.
Rugiada di mare
il nostro esplorarci
con mani e con baci
giovane ardore
mai spegneva la sete dell'amore...
eran felici i giorni
di un silenzio pieno
erano i giorni dell'arcobaleno...