La mattina era sempre là,
lungo le mura della scuola elementare.
Proprio accanto al cancello dell'entrata.
Stava là seduta, dietro al suo piccolo banchetto,
su cui di se facevan bella mostra:
le palline di terracotta colorate, le figurine,
le collanine di piccole perline,
di cui le bambine n'erano estasiate,
le pesche reali, e liquirizie.
Era là, con lo scialle di lana sulle spalle,
con uno scaldino a carbonella,
posto ai piedi per scaldarsi,
ed in testa aveva uno zucchetto.
In quel mozzico di spazio,
ed in quell'angolo di muro,
si sentiva come fosse a casa sua.
Da lì, scorgeva un angolo di cielo,
che s'affacciava fra i rami ed i palazzi,
e lo scorcio di un recinto di giardino.
Allora dell'uscita dalla scuola, gran cagnara lì al banchetto,
chi voleva le palline, chi chiedeva figurine,
chi la pesca o le perline.
La donnetta poverina,
con pazienza all'or tentava,
con la dolcezza di una mamma e la calma di una nonna,
d'accontentar chi c'era prima.
Poi, finita la buriana, richiudeva il suo banchetto,
e lentamente s'avviava al circolo San Pietro,
là mangiava un piatto di minestra,
e per secondo quello che ci stava.
Poi, con il peso sulla spalla, sotto un cielo che pigro la guardava,
su verso il dormitorio delle suore si recava,
ove stanca finalmente riposava.
Un mattino più non venne, il muro restò per sempre solo,
e di lei, nulla più, nessuno seppe.