Adoro quel giorno
dell'anno
quando si avvolgono
nella carta
le statuine del presepe
l'albero piano piano
si spoglia di luci
di colori ed il tutto
viene riposto con cura
nello scatolone
da metter poi
nella rimessa
in attesa del prossimo Natale.
Non tacciatemi di cinismo
con franchezza esprimo
ciò che è reale
poichè da tempo
abbian perso
la sacralità
della festa
rendendola banale.
Natale?
Cos'è diventato
se non un 'accozzaglia
di cibo da condividere
in cenoni
con parenti ed amici?
Alcuni dei quali
rispuntano come funghi
dopo un tempo lunghissimo
di ingiustificata assenza.
Soffiano come mantici
frasi di circostanza
giustificando
la loro lontananza.
Senza poi dir dei doni...
d'obbligo son diventati
debbono assolutamente
esser ricambiati.
Il tutto diviene gioco banale:
è assurdo... con un presente
ricordarsi di qualcuno
solo perchè è Natale...
un dono non sostituisce
quel ti voglio bene
quel calore costante
di voce amica, fraterna
che è sostegno, sopravvivenza...
un dono tangibile non copre
una lunga latitanza.
Mi perdoni il lettore
questa amara considerazione
ma adoro questo periodo
dell'anno
poichè tutto ritorna normale
la gente si toglie
la maschera dal sorriso posticcio
svincolata dal falso buonismo
torna ad esser quel che è...
reale.