Nel opaco contorno di pensieri remoti,
persi nel limbo accogliente
che si cela tra la veglia e il sonno,
ritrovo la tua immagine oscenamente composta.
Sei lì che a gambe aperte attendi il mio desiderio,
come un bambino attende un sorriso d'amore.
Sei lì a cavallo tra dannazione e santità,
nella speranza che un mio gesto appaghi quei tuoi desideri repressi,
quei tuoi istinti primordiali negati all'evidenza del tuo pensiero.
Non una semplice donna,
ma il ricettacolo stesso dell'amore carnale,
il centro astrale di un erotismo senza limiti né confini,
senza regole, né ruoli definiti,
padrona assoluta dalla mia volontà
e dei miei desideri più nascosti.
Scivola la mente a toccare con mano il mio essere uomo,
nella spasmodica illusione di incontrarti,
di possederti,
anche solo per un attimo fuori dal mio tempo senza tempo,
in questa notte di ordinaria disperazione,
in questo silente divenire di ore vuote e solitarie.