Quando verrà il tempo e mi reciderai dall'ordìto ricordati di me,
o Dio Altissimo, Tu che comprendi l'iniquità e non distruggi il peccatore,
nel Tuo sdegno ricorda, che carne son io,
soffio della Imago Tua che nel vento va, e mai più ritorna.
A lungo ho camminato in questo mondo...
spesso mi son smarrito, spesso ho titubato...
spesso mi son sfiduciato, spesso di Te mi son dimenticato.
Ma ho sorriso e pianto, ho amato e detestato,
mi son adirato ed ho incoraggiato,
ho ascoltato la voce assordante del mio vecchio cuore...
ho udito la Tua voce nel mormorio del silenzio...
ho visto il sentiero del serpente sulla roccia e della nave in alto mare,
ho percepito la gioia dei bambini e lo strazio della vedova...
ho sorriso con chi era nella gioia e ho pianto con chi era sul letto di morte.
Solo allora ho compreso, Ti ho incontrato...
Ti ho visto...
nell'oscurità delle notti senza stelle e nell'abbagliante splendore del sole,
nello splendore della rosa del deserto e nella miseria del cardo del Libano,
nell'occhio di una testuggine primordiale e nello sguardo ancestrale dell'aquila,
nella malinconia dell'orso e nella solitudine dell'iràce,
nell'alba di un giorno nuovo vissuta sul ciglio della montagna e nell'occhio del ciclone,
nell'umanità in guerra e tra gli operatori di pace
tra vincitori e i vinti, i salvati e i perduti...
E, ancora una volta,
allargando le braccia mi hai guardato, o Padre Misericordioso.
E ti ho visto gioire nel riveder questo povero figliol lontano...
e il mio avanzare timoroso, nella paura delle alture,
e nella valle oscura della morte è divenuto fiducioso,
perchè "ero cieco, ma ora vedo" che Tu da sempre mi hai atteso... Pastore Eterno.