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Passato-presente

Oggi, da lontananza di tempo,
ritorno in oasi
di mia giovinezza di fede.
Spingo il cancello,
entro
e ricerco ancora
la teologia della bellezza,
ieri intrisa di mia verde
speranza.
Ma morsa di amarezza
acuta mi percuote.
L'eremo, "il mio eremo",
è avviluppato
da ortiche
piangenti di abbandono.
Su marmorea pietra,
scoloriti
dall'ingiuria del tempo,
piangono bibliche incisioni.
Il laghetto che cantava vita
con anatrelle
dall'iridescente piumaggio,
ora è arida palude.
Attenta guardo,
ricercando il mio antico sentiero,
lo trovo soffocato dai rovi.
Ma oggi
sulla lunga strada
di mia nuova vita
ridono,
fioriscono
alberi nuovi
tenaci di speranza.
Laudato sii, o mi' Signore!

 

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2 commenti:

  • Anonimo il 10/04/2011 15:56
    È bellissima... il passato il presente... malinconie lontane... sei molto brava a dare emozioni Carla
  • Ugo Mastrogiovanni il 13/02/2011 22:18
    In questi versi Rosarita De Martino considera due realtà, passato e presente e li colloca su due livelli. Il primo si riferisce a quello della giovinezza, tempo verdeggiante di speranza e di normali insicurezze, ma già dilettato e attratto dalla tradizione dottrinale di quella bellezza estatica, ricercata in quell'eremo, oggi quasi del tutto abbandonato, ma ancora affascinante e lussureggiante di ricordi. Il secondo, più profondo e ancora più importante per il suo destino, lo si comprende immergendosi nella poesia e cogliendone la vibrazione e il significato di ogni parola e ogni passaggio. Il suo oggi, raggiunto dalla "lunga strada" percorsa, è realizzato col fiorire di nuova vita, basata con ancora più forza e sicurezza su quella che lei chiama "tenace speranza". Una fiducia ormai ben riposta e ricompensata, come lo conferma la sua fede illimitata e le sue sincere lodi al suo (e nostro) Signore.

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