eri acqua che nutriva
la fonte della mia poesia.
Scorrevi in me
come un ruscello...
in un crescendo di emozioni
fertile rendevi la mia valle
il mirto e l'alloro
fiorivano sulle sponde...
ed io scrivevo di te e di me
come solo la primavera
sa scrivere sui fiori.
Piovvero poi in abbondanza
l' incomprensione, l'inganno
la bugia
torbide divennero le acque
tracimando
ingoiarono spighe di grano
e rossi papaveri.
Ora tra crepe d'argilla
palpita ancora il cuore
che non si rassegna
rabdomante vaga in cerca
di nuova sorgente
per nutrire la secca vena.
Tra un sospiro
di luna
ed una lacrima di stella
attende il disgelo...
fresca acqua
disseterà le screpolate labbra
placando l'arsura del deserto...
Rigenerata
scriverò ancora del sogno
e dell'amore...