maledetta notte che non mi fa dormire,
non mi fa respirare,
sento l'ansia strisciarmi addosso,
e un pugno al diaframma colpisce il respiro.
Maledetta me che ho nella testa un ronzio d'api,
una folla di pensieri pesanti
come il fardello che porto in spalla.
Sono pietra buttata nello stagno
in acqua putrida, melma dall'odore acre
che espelle emozioni
rendendo vuote le mani
che da tempo attendono
il lieve sospiro che nutre,
che rigenera nuova vita.
Invano ho atteso il placarsi delle onde,
la risacca allargarsi, spandersi libera
dietro l'ostacolo di una ferrea mente
che non placa la sua ira.
Maledetto logorante pensiero
che trafigge l'altra parte di me,
ciò che il pianto celato in un sorriso
donava ai suoi occhi
silenziosi e stanchi.