Scivolo lentamente in un leggero torpore
in una stanza vuota che odora di pace,
mi lascio accarezzare dal profumo intenso e agre
che solo i sogni lasciano sulla pelle.
Avvolta in un vortice di mistici pensieri
ritrovo la mia anima,
data
in pasto ad un cane randagio
in un attimo distratto di follia,
in una follia senza pari.
Fedele quel cane la riportò a me
in un'appetenza di baci e carezze,
nulla chiese
se non amore per la vita.
Sfuggì il pensiero scaltro
mentre rincorrevo a piedi scalzi
la visione distorta di una realtà
senza piedi e gambe,
con il volto distratto a contemplare
stelle ancor spente.
Sinuoso il mio passo si ferma
osservando silenziosa la vita passare,
senza indugi la colgo in un inverno che sa di primavera
nel dolce mio cullare i sogni
che s'addormentano pacifici
"insieme al mio corpo stanco."