Nacqui donna
da un respiro ansante,
già Venere di sentimenti,
m'adagiai fra attimi
cercando riflessi del mattino.
Lucide iridi,
tra nubi del mondo,
sorvolarono il tempo
e improvviso
mi trovai nella vita
dell'essere e del non essere,
avere e non avere,
con il cuore
che misurava ogni febbre
d'emozioni.
Rugiade d'inverno
e gocce di mare
brillarono fra capelli,
e rossori di sospiri
s'aggiunsero a sguardi
di tramonto...
Cercai ali nell'anima,
per arrivare ai fulgori
di limpidezze d'amore
e di dignità femminea.
Ma erano pesanti
d'intemperie del mondo
con scenari spesso sottomessi.
Ancora, come altre volte,
chinai il capo, per un attimo,
poi invece ribelle
sollevai decisa lo sguardo
e urlai a quel sole unico
che disciogliesse catene
di rassegnazione
per appropriarmi del senso
meraviglioso della vita
e volare leggera e attesa
ovunque.