Adesso è già tardi
e non ti rivedrò.
Mettono freddo e sole
alla televisione,
hanno parlato di mari
agitati, di vento e alluvione.
Non ci sei più a proteggere
il nostro ombrellone
che l'aria di marzo sobbalza
dalla sua tromba di sabbia.
Rimane tremante e umiliato
come una croce di legno:
ne rompo una scheggia e la metto
in borsetta
da porta sfortuna perenne.
Poi scivolo via nella fretta
dei giorni
sperando che un giorno ritorni
a infilzare nel giugno più afoso
la punta del mio parasole
in fondo così da sfidare
i venti e gli sbalzi
d'umore dei tempi,
che resti impettito a vegliare
ancora la lenta stagione.
Ma adesso è già tardi:
il sole rallenta poi frena
di botto
e il termometro va sotto zero.
Non ci sei, e di te
resta solo un maglione a salvarmi
dal gelo fuori stagione.