A volte mi chiedo
perché non credo
ad un Essere superiore,
dell'universo creatore.
Se siamo sue creature,
perché siam forieri di sventure?
Se siamo a Lui somiglianti,
perché a volte siam raccapriccianti?
Se siamo figli diletti,
perché alcuni sono maledetti?
Se siamo nati per amore,
perché affliggerci col dolore?
Se siamo gli unici da esibire,
perché farci morire?
Collide con la sua onniscenza
l'umana deficienza,
se le umane osservazioni
sulle divine contraddizioni
non hanno convincenti risposte
dalle persone da Lui preposte.
Tutto è disegno divino?
Non credo l'Essere meschino.
Non c'è soprannaturale,
il tutto è normale,
lineare conseguenza
della cosmica incandescenza.
Non voglio mancar di riverenza
alla divina Essenza,
che ha nome diverso
tra i popoli dell'universo,
ma non credo sia logico
il suo premio escatologico
o l'eterna dannazione
come ultima punizione;
perché farcela pagare
se siam liberi di sbagliare?
Non può essere vero
che lui sia giudice severo:
se di bontà è traboccante,
non può punir l'errante
che vive senza timore;
deve perdonar per infinito amore.
A tutti non concede
il dono della fede?
allora, anche chi non crede
sarà comunque suo erede!
l'Essenza non è il plasmatore;
ma l'UOMO ha spessore
se, per fede od ateismo,
vive senza egoismo.