Nella notte piena di sogni
è passato da me il vento.
Con un sibilo lacerante,
simile ad un pianto,
ma è un grido di dolore
che mi ha svegliato.
Il vento è lì,
mentre scuote la finestra del mio cuore,
a ricordarmi, la luce fioca
di una candela dentro la stalla.
Vedo mio padre.
Alle quattro del mattino già al lavoro:
striglia, pulisce, mentre le vacche mangiano.
Al chiarore dell'alba è già pronto
va ai campi con l'aratro,
dentro il solco la semenza,
nel cuore un carico di speranza.
Oggi l'energia mi appartiene,
mentre scrivo nella stanza
illuminata a giorno.
Vedo lacrime scivolare giù
sul volto della terra,
mi affaccio alla finestra;
quasi, ad ammirare il danno del mio fare,
dentro quella stessa alba
ascolto la notizia ed il sudiciume,
Chernobyl... Fukushima un sol dolore!
Che Io... ai posteri lascio ereditare!