Il letto è un vascello in balia della tempesta.
Le lenzuola, brandelli di vele tra i flutti.
Pallide luci, gettano sui corpi ombre violette,
quale fine artifizio pittorico.
Stretto nei fianchi, tra le tue ginocchia,
con gli occhi socchiusi,
sospiro al ritmo del tuo respiro.
Risoluta, con movenze sagaci,
prepari la vittima,
al tuo delirante flagello di donna.
Una antica ma sempre nuova danza,
prima lenta, poi via via,
sempre più frenetica e violenta.
Nuovi lievi movimenti,
quali crudeli ricerche
di inesplorate gioie,
sublimano il mio stordimento.
Poi, ansimante e rabbiosa,
con colpi di feroce delirio,
arpioni tra le dita il mio petto
infierendo con staffili di piacere su di me,
tuo eterno ed esclusivo dominio.
Ti attardi, quale carnefice esperto,
sulla tua vittima, senza indugio alcuno,
immolandomi a tale soave capestro,
compiaciuta mi guardi.